La festa del Patrono San Michele Arcangelo, un culto ricco di fascino
Il 29 settembre è ricorsa, come ogni anno, la festa dedicata al Santo Patrono di Sant’Angelo di Brolo, l’Arcangelo San Michele.
La giornata, secondo il Martirologio Romano, rievoca tutti e tre gli Arcangeli: San Michele, il capo delle armate di Dio, San Gabriele l’annunciatore celeste e San Raffaele il guaritore e soccorritore divino.
Quest’anno finalmente, dopo il periodo della pandemia che aveva costretto allo stop forzato, è stato possibile dare nuovamente luogo ai consueti festeggiamenti che si svolgono puntuali ogni 28 e 29 del mese di settembre. Una festa che nel paese di Sant’Angelo di Brolo ha unito sempre i sacri rituali cristiani con la festa laica, dai forti connotati culturali e sociali. La devozione religiosa nei confronti dell’Arcangelo ha avuto inizio a partire dalla quotidiana celebrazione eucaristica della novena dedicata a San Michele, cominciata appunto nove giorni prima. Si è conclusa nella giornata commemorativa del 29 attraverso la Santa Messa, seguita poi dalla processione con la statua dell’Arcangelo devotamente trasportata per le vie del paese. Importanti per incorniciare tutto ciò sono stati il mercatino tradizionale, le marce sinfoniche del complesso bandistico, gli spettacoli musicali durante le due serate, il ritorno delle storiche giostre e per concludere i fuochi pirotecnici.
Nel piccolo borgo nebroideo il culto di San Michele ha origini davvero ricche di fascino e remote nel tempo, risale infatti al periodo dei Normanni. A partire da un episodio storico che attorno a sé creò l’alone leggendario, tra verità e fantasia, iniziò così la dedizione dei santangiolesi verso l’Arcangelo Michele, il combattente divino, “Chi come Dio?”, divenuto appunto Santo Patrono e protettore degli abitanti del luogo.
Di seguito la famosa leggenda:
La battaglia di Altavilla
La tradizione popolare vuole che il Conte Ruggero, stanco di avere combattuto una intera giornata, invocò dal cielo la grazia di vincere e fu esaudito.
Al calar della sera, quasi a fermare il giorno, gli apparve l’immagine trionfante di S.Michele Arcangelo, che lo condusse alla vittoria.
In segno di gratitudine il condottiero avrebbe edificato una cappelletta votiva, che tuttora esiste nei pressi dell’Abbazia, ed eretto il Monastero Basiliano, dedicandolo a San Michele Arcangelo.
Alla luce delle notizie storiche però pare che più che animato da sentimenti di religiosità, egli fosse animato dal proponimento di assecondare il papato. In effetti Urbano II ratificò l’operato del Conte e nel 1098 una bolla pontificia concesse a lui e ai suoi successori i poteri esclusivi di legato apostolico in Sicilia e in Calabria.
San Michele, venerato in varie parti d’Italia e del Mondo, contribuisce così ad arricchire di gran lunga anche le radici culturali, religiose, storiche e sociali di Sant’Angelo di Brolo.