L’ Epifania e il rito religioso U Battiu a Sant’ Angelo di Brolo
Sant’Angelo di Brolo – Si è svolto anche quest’anno il tradizionale rituale religioso tipico dell’ Epifania, “U Battiu”, che rende questa liturgia tanto attesa dagli abitanti del luogo, perché ricca di significato e con radici lontane.
Una ricorrenza che mette fine in maniera distintiva alle festività natalizie e custodisce un significativo spezzone di identità dei santangiolesi. L’ Epifania, infatti, oltre a rappresentare la “manifestazione” di Gesù all’umanità, racchiude in sé un rito arcaico unico per i cittadini del paese, il quale rievoca il battesimo ricevuto da Gesù, nel fiume Giordano, per mano di Giovanni Battista, come riportato nei Vangeli.
La mattina di ogni 6 gennaio viene, infatti, celebrata la singolare messa che include al proprio interno il consueto cerimoniale denominato “U battiu”, una solennità introdotta dai monaci basiliani, il cui termine dialettale in italiano significa letteralmente “il Battesimo del Signore”. La commemorazione religiosa quest’ oggi ha avuto luogo all’ interno della Chiesa del Santissimo Salvatore, presieduta dal parroco don Antonio Lo Presti che ha riprodotto come da tradizione, l’antico rito. La funzione religiosa è stata accompagnata da un battesimo simbolico, seguito dalla benedizione di ramoscelli di alloro che adornavano la Chiesa, pianta che simboleggia la gloria. Si garantisce puntualmente la presenza di un bambino, che impersona la parte del cosiddetto “Angioletto”.
Si legge da alcuni documenti, risalenti al periodo medievale, quanto segue. Il conte Ruggero d’Altavilla che liberò il luogo dal dominio saraceno, aiutato dall’Arcangelo San Michele, secondo una famosa leggenda, per ringraziamento concesse in dono un beneficio all’abate Erasmo del monastero basiliano, il quale a sua volta, si rivolse al prode condottiero normanno con tali parole: Ringrazio il mio Signore per il privilegio ricevuto, e consegno ai posteri un rito religioso: l’Epifania del Signore, che dovrà essere celebrato, nella Terra di Sant’Angelo, ogni 6 gennaio sotto la denominazione di “U battiu”. In tale giorno, nella celebrazione eucaristica, un bambino, vestito da angioletto, farà il suo ingresso in chiesa portando il Crocifisso e raggiungerà il presbiterio. Qui sarà benedetta l’acqua, si rinnoveranno le promesse battesimali e poi il sacerdote con il bambino aspergerà l’assemblea e i rami di alloro dei fedeli. Il bambino rappresenta Cristo Gesù che entra nel suo Tempio per essere offerto al Padre; l’alloro è segno di vittoria di Cristo sul peccato. Questa eredità spirituale io lascio ai santangiolesi, unitamente al culto di San Michele Arcangelo che sarà il protettore di questa terra.
Da qui si protrasse fino al giorno d’oggi questo rituale millenario.