La caratteristica messa tra i boschi alla Rocca U bannu a Sant’Angelo di Brolo
Si è rinnovato anche quest’anno, a Sant’Angelo di Brolo, l’atteso appuntamento con la caratteristica messa celebrata all’aperto alla Rocca U Bannu, con le dovute precauzioni anti-Covid.
Si tratta di una funzione religiosa dai tratti davvero esclusivi perchè resa solenne all’aria aperta, in un luogo del tutto particolare e suggestivo, la nota Rocca U Bannu sita in contrada Irianni. Non è dunque soltanto una semplice messa, ma è un momento di raccoglimento molto sentito e atteso, che si svolge due volte all’anno, ormai da molto tempo, nei mesi di maggio e di agosto. Viene commemorata tra i boschi, in piena immersione nella natura e nel silenzio, in suffragio della popolazione locale che non c’è più. La peculiarità della stessa è, oltre al compito religioso e spirituale che porta con sè, proprio l’ambiente in cui viene celebrata, ricco di memoria storica per i santangiolesi.
In un posto avvolto nel verde, tra le colline del paese, è ubicata la prominente Rocca u bannu, ovvero la “Rocca del Bando”, una possente massa rocciosa che si trova in contrada Irianni, una zona che purtroppo nel corso del tempo, è stata soggetta anche ad un progressivo processo di spopolamento. Osservando bene il tutto, è possibile scorgere tra questi massi forme antropomorfe e zoomorfe. Era proprio dalla sommità di queste rocce, tramite appositi banditori, che venivano proclamate le ordinanze da parte del governo saraceno agli abitanti del borgo e dintorni. Un’altura che grazie alla sua naturale conformazione geografica permetteva di annunciare i bandi al popolo. Irianni è infatti una contrada di Sant’Angelo di Brolo che è stata luogo di riparo per i Saraceni, ai tempi della loro dominazione, i quali lasciarono la propria impronta nella toponomastica e quindi nel nome della contrada che è di origine araba.
A celebrare la messa del 09 agosto 2020 è stato il Parroco Michele Fazio, subentrato al posto di Padre Pietro Pizzuto. Un’ulteriore novità è stata la disposizione nello spazio antistante la Rocca di un lampione fotovoltaico, donato dalla famiglia Bonfiglio.