Fondi, sperando che non… affondi!
Il carcere fino all’ultimo giorno, senza graduale reinserimento sociale, serve solo a creare recidiva e nuovi delitti. Tesi assolutamente condivisibile, per chi scrive.
– A chi fanno gioco tutti quei “clienti” in gabbia, come pangolini, destinati al supplizio alimentare di qualche ‘dragone’ filo-cinese?
– Stante la premessa costituzionale sulla finalità redentiva della carcerazione (solamente teorica, perché ormai non ci credono più neanche i più beoti), un numero, così elevato, di detenuti sottratti alla criminalità e posti nel limbo delle galere, lascia considerare fallimentare l’intero apparato giudiziario, preposto alla sua prevenzione.
Se il giudiziario funzionasse, il numero di persone in custodia cautelare non dovrebbe mai superare la, fin troppo alta, capacità carceraria. In condizioni di normalità, il numero di carcerati dovrebbe essere fisiologico, come lo è il numero di ricoverati in terapia intensiva, in epoche non pandemiche.
Che il sistema intero dei tribunali sia, esso stesso, una pandemia istituzionale? Allora, piuttosto che dai covi delinquenziali, dovremmo stanare il marcio dai ‘covid’ di quel sistema? C’è una categoria di professionisti che sta cercando di svuotare le corsie dalle emergenze ed un’altra che reclama nuovi fondi per costruire altri penitenziari ‘in emergenza’!
Considerate le due premesse, a che serve il costo stratosferico pagato dalla comunità per il suddetto “servizio”? A metterlo…”nel servizio” al contribuente! Chi la pensa differentemente da me?