La #didatticaonline
Prima si registravano solo gli argomenti e le presenze. Il coronavirus ha deciso che adesso, dovendo aumentare le attività smisuratamente, dobbiamo anche compilare i “Diari di bordo” con le stesse informazioni.
In più, è prescritto dal virologo un Consiglio di classe alla settimana, perché in tempo di guerra non hai neanche la possibilità di protestare le tue ragioni. Per essere insegnanti, non basta essere ‘coronati’, bisogna anche essere mazziati! Per non farsi mancare niente, poi si registra il prossimo argomento in agenda, in classe virtuale e lo si ripete su Google Classroom vecchio e pure quello nuovo!
Poi c’è quello che vuole WebEx e quello che vuole Google Meet e quello che rimpiange Skype con Screen Recorder e Youtube. Ogni mattina, al risveglio, ti smazzi un centinaio di Whatsapp, arrivati durante la notte, ed altrettante mail, sparpagliate sui diversi account della scuola. Poi devi compilare il Foglio Google per scegliere la lezione sincrona ed asincrona. Non basta, ti devi sorbire la spataffiata di circolari sul Registro elettronico vecchio e pure sulla Bacheca di quello nuovo. Il tutto, condito con studenti che s’inventano:
- Problemi tecnici improbabili, dovuti alla dimenticanza di caricare l’iPad;
- “Un secondo” (a cui non segue mai il contorno, purtroppo) che dura un quarto d’ora tra la domanda e la risposta.
Poi c’è quello che la vuole cruda e quello che la vuole cotta! Nel tempo (che non ti avanza!) devi mantenere la tua postazione di lavoro e installare Antivirus, resi necessari dalle mille installazioni professionali richieste che aprono porte agli intrusi informatici. Devi cancellare migliaia di mail e Whatsapp, inviate da colleghi e studenti, spammate (proliferate) da tutti che mandano a tutti, le loro singole richieste ‘singolari’!
Per ringraziare del maggior lavoro concesso dal Ministero, per lavorare gli insegnanti pagano: connessione , smartphone, stampanti, privati, usati per la didattica online, come prima facevano per la propria cancelleria e strumenti di lavoro, non ammessi nel Bonus docente. C’è chi sta peggio: categorie come i sanitari e i poliziotti: entrambi “eroi in corsia“, e i bambini, che soffrono il ‘castigo’ universale che ne limita la naturale fisiologia, senza che abbiano ancora potuto maturare i necessari strumenti per razionalizzarne l’eziologia.
Mai come ora, nessuna categoria sta peggio di tutte le altre, ma nessuna sta meglio di tutte.