In viaggio con Solitudine
Comodamente attraccati al porto di casa nostra, timidamente seduti a bordo di una nave forse da tempo dimenticata, possiamo godere di una vista magnifica, inconsueta per molti, quasi mistica: la vita che ci appartiene, quella che teniamo accanto ma non per mano, quella che si fa da parte mentre andiamo avanti con un foulard finemente ricamato sugli occhi.
Siamo capitani di questa nave ed abbiamo una fedele compagna al nostro fianco, l’indesiderata Solitudine, amica da sempre, sincera, graffiante, a tratti impertinente ma vera quanto basta per riprendere il controllo, coraggiosamente, del timone impazzito.
Soffiano venti frizzanti da ogni punto cardinale, soffocano grida in ogni lingua, mentre le vele rattoppate si gonfiano per salpare verso nuovi orizzonti.
Quanto ci spaventa questo periodo indefinito e inevitabile con Solitudine? Siamo costretti ad ospitarla sotto le lenzuola, in fila fuori dal Supermercato, sul divano durante il telegiornale o tra un passo e l’altro mentre ne contiamo 500, scandendoli come le pecorelle del sonno; siamo obbligati a baciarla con una mascherina sul volto, ad accarezzarla con un paio di guanti in lattice, a respingerla senza successo.
Eppure questo non è affatto un male, non è un momento da spegnere totalmente, da allontanare e dimenticare; non si tratta di Lei, ma di Noi stessi, di quel rapporto che ci stiamo lentamente lasciando scivolare dalle dita, ogni volta che giriamo il capo dall’altra parte, che voltiamo le spalle, che ci lamentiamo senza una buona ragione ed evitiamo di scegliere con il cuore.
Si tratta di una buona occasione per ritrovarci, per conoscerci e darci una concreta occasione di rivalsa, con i sogni a poppa e i desideri a prua, accettando Solitudine come un diamante grezzo incastonato nell’anello che ci meritiamo, quello per suggellare l’amore senza tempo verso chi siamo realmente.
Guardiamoci dentro, non è mai troppo tardi per emergere dal buio.