Covid, il guerriero che ha fermato e svegliato l’umanità
In queste ultime settimane è comparsa la nebbia, dentro le case, tra le persone, dentro i cuori sognatori di libertà.
Non ci saremmo mai aspettati una pandemia su scala mondiale; un’emergenza sanitaria e sociale di questa portata non la potevamo immaginare, non ne avevamo il tempo. Sempre troppo immersi, quasi affogati, nel frenetico brulicare quotidiano, stavamo perdendo il significato dell’esserci: al mondo, per gli altri, per noi stessi. Solo nell’esatto momento della privazione, quando, obbligati a guardare i passi che siamo soliti compiere disattenti, ci siamo resi conto di quanto sia facile inciampare e perdere le redini della nostra vita. Come adesso, in queste ore, quando ci viene strappata di mano la possibilità di lavorare, di uscire, di vivere liberamente le solite e solide abitudini.
Frequentemente le situazioni scomode sono portatrici di qualche forma di luce, di cambiamenti inattesi, in ultima istanza positivi e generativi. Siamo stati costretti a frenare, a guardare la sofferenza negli occhi dei nostri cari e di tutte le persone che stanno lottando contro la minaccia dell’impavido Covid-19. Lui è un guerriero temerario, spietato, indomabile. Ha deciso di conquistare pian piano terre e corpi, senza guardarsi alle spalle, senza sensi di colpa; privatosi di ogni pelo sulla lingua ha deciso di parlare a tutti noi, provando a destarci da quel sonno cieco: eccessivamente produttivi, egoisticamente consumatori, ironicamente soli alle prime vere difficoltà.
In mezzo all’ombra e al dolore, Madre Natura ha ritrovato la capacità di espandere i suoi polmoni e far risplendere le sue bellezze, le stesse che abbiamo smesso di ammirare, di ringraziare e rispettare. Così il guerriero ha sguainato la spada, ha mirato dritto in mezzo al petto ed ha iniziato ad affondare la lama, gridando poche semplici parole a squarciagola: umiltà, rispetto, cambiamento. Ce la faremo, quando la nebbia si sarà diradata, a diventare una specie più affine alla salvaguardia e alla longevità del nostro pianeta? Riusciremo ad accettare la necessità di fare qualche passo indietro, prendendo per mano la nostra coscienza verso un avvenire fraterno?
Sicuramente ci rimarrà una cicatrice indelebile, viva e pulsante, come quella sulla fronte di Harry Potter, amaro ricordo di una magia proibita che ha provato ad ucciderlo, senza successo, rendendolo consapevole delle sue potenzialità interiori, del suo scopo. Auguriamoci questo: una coraggiosa consapevolezza del nostro reale scopo!